Il drago è il volto della natura indomabile: più grande di noi, capace di incutere timore e di ricordarci il limite. Le culture lo hanno narrato in mille forme, ma sempre come specchio interiore. Affrontarlo significa scendere dove abitano le paure più profonde. Questo confronto, dagli antichi a oggi, parla della prova senza tempo: misurarsi con ciò che è difficile e necessario. Sconfiggere il drago non è annientarlo: è attraversare la prova, trasformare noi stessi e aprirci a nuovi orizzonti.
Oggi abbiamo bisogno di rimettere al centro questo confronto. La quotidianità ci trascina tra problemi e urgenze; ci serve un simbolo che non ci inviti a fuggire, ma a dare forma alla paura e ad aiutarci a ricordare che siamo essere umani. Nei miei pezzi il drago non è un nemico: è un’energia da integrare.
The dragon is the face of wild nature — vast, awe-inspiring, and a reminder of our own limits.
Every culture has told its story in a thousand ways, yet always as a reflection of the self.
To face the dragon is to journey into the depths where our fears reside.
It is the timeless test — to stand before what is both difficult and essential.
To conquer the dragon is not to slay it, but to cross the threshold, to be transformed, and to emerge renewed.
Today, more than ever, we need this encounter.
The rush of daily life scatters us among urgencies; we need a symbol that teaches us not to flee, but to shape our fear — to remember our humanity.
In my works, the dragon is no foe, but a force to embrace.
CLAUDIO MARCHI 